Schiavetti Alessandro

L’uomo, fra influssi e cambiamenti. È un uomo soggetto ad indagine, sottoposto ad un’analisi approfondita e completa; un uomo che non può sfuggire alle influenze esterne che irrimediabilmente lo condizionano e lo modellano. La sua stessa natura lo porta a subire la notizia, che si infiltra e si incanala nella sua stessa persona, spesso rendendola corteccia che vede e che sente ma che non agisce di fronte alla realtà più cruda che lo circonda. Le opere di Liz Gehrer, artista svizzera dalle capacità creative straordinarie, rappresentano una figura umana facilmente influenzabile dall’esterno e dall’ambiente che la circonda; le sue rappresentazioni colgono i contorni, studiano la materia che compone la figura stessa, graffiano e solcano alle radici la vulnerabilità e la forza stessa delle relazioni che ci contraddistinguono. L’uomo di Liz Gehrer è un uomo dell’attimo. Lo scorrere del tempo e del suo tempo dovrebbero portarlo a filtrare con maggior cautela e attenzione le energie esterne, quelle che troppo spesso riducono la sua figura troppo sottile e verticale e di conseguenza instabile, terreno di strappi e lacerazioni.

Solo quando viene sostenuto, confinato, limitato, come avviene per il profeta della mitologia greca Proteo, figlio di Oceano, che smette di mutar forma e di sfuggire proprio quando viene afferrato, solo allora solidifica le proprie relazioni. Il percorso che Liz Gehrer ci indica è una trama di riflessione e di spazi nella quale esplorare questo inestricabile mistero fatto dall’uomo e dalle sue stesse fragilità.

È un’opera imponente e allo stesso tempo leggera. Beflügelt, letteralmente “Alato”, rappresenta un vero e proprio status. Codifica a pieno nella visione collettiva il sunto del messaggio dell’artista svizzera Liz Gehrer; si presenta agli occhi dell’osservatore come un insieme di ali bianche sostenute da nylon, preparate con carta, colla e gesso.

La sua straordinaria essenza priva apparentemente di gravità, simula il volo, rende libero l’osservatore e lo proietta in uno spazio privo di ogni struttura coercitiva, in uno spazio privo di limite. Questo, nella vita quotidiana dell’essere umano è rappresentato dai legami, e interpretabile nella forza o nella debolezza delle relazioni stesse; è rappresentato dalle forze e dagli agenti esterni che ne piegano l’essenza, e della stessa forza di gravità che riesce sempre ad ancorarne la struttura a terra. Il messaggio di Liz Gehrer nella sua rappresentazione più eterea è diretto, indica una via; indica che per disancorarsi dalla gravità stessa, per poter spiccare il volo, e per poter realizzare i cambiamenti nella vita dell’essere umano bisogna perseverare e serve molta forza. La temperatura, l’umidità e la gravità stessa hanno piegato le grandi ali e la loro struttura, come le forze esterne, la quotidianità e le rispettive domande piegano e modellano l’uomo. Tutto questo non ne salda la base a terra, ma sapientemente lo può elevare, innalzare e sostenere dall’alto. Le ali di Liz Gehrer sono esattamente così; sono ali sostenute dall’alto, e sono totalmente sradicate da terra. È un bellissimo viaggio nella libertà dell’io, è senso di esaltazione, ed è la sensazione interiore che l’uomo deve assorbire per poter intraprendere la strada dei suoi stessi sogni.

C’è un estremo dinamismo nell’opera grazie alla sua duplice esteriorità di imponenza allo stesso tempo costituita da petali sottili che ne formano la verticale struttura ad albero. Beflügelt è sospeso come in uno stato di estasi trascendente ed è questa la sensazione più vicina che trasmette l’intera struttura della Gehrer, riportando i grandi petali bianchi sospesi e leggeri, a somigliare romanticamente al drappo lucente della veste della Trasfigurazione del Raffaello. L’intera figura, avvolta dal manto bianco si eleva infatti verso l’alto, proprio come Beflügelt, in un volo leggiadro ove la sua stessa prospettiva varia di volta in volta, ma pur sempre sospesa dalla terrena realtà. La capacità di Liz Gehrer nel comporre le singole ali lavorando materiali poveri e molto spesso considerati di riciclo, rende l’opera unica e straordinaria nella sua composizione; riesce a fornire inoltre ad una struttura già di per sé imponente ma elegante, un aspetto di fronte al quale l’osservatore non può fare altro che farsi coinvolgere nell’insolito, in cerca di nuove risposte.

Alessandro Schiavetti, curatore responsabile della Fondazione Culturale Hermann Geiger a Cecina (LI), introduzione al catalogo in occasione della mostra 2011 di Liz Gehrer „L’uomo, fra influssi e cambiamenti“ alla Sala esposizioni, Fondazione Geiger, a Cecina